Matera
Non esiste una sola Cartagine
rasa al suolo e dileggiata dalla furia degli imperatori.
C’è un vento che – con le sue dita,
nella sua bramosia
consuma ciò che ama.
Ed è un vento che tutto ama,
e trasforma tutto
nel ricordo di una città perduta.
È il vento elefantesco di Fernweh.
Questo è quello che ho saputo
quando arrivai a Matera
seguendo un sogno ricorrente.
Ho seguito le orme – le ombre –
lasciate dalle rondini dai tetti piovosi del Nord
alle piazze meridionali del deserto di mezzogiorno.
Quello che ho trovato era una città in dissolvenza.
Sapevo che, nelle piazze di quella profonda
terra ancestrale, il tempo appartiene
agli orologi rotti.
Nessun cuore di tufo o marmo
batte in questa oscura era.
Il mio sogno ricorrente poi mi portò al mare,
ma all’improvviso capii che era solo un sentiero
lasciato dal mare, tra antiche argille.
Era un lago, un sogno fatto dal mare.
Un lago simile al mare che sognava mari.
Quindi ho sentito un senso profondo un diluvio di sensi –
di ciò che un amico
forse un amico immaginario-
mi ha insegnato a chiamare Heimweh.
Ed è per questo che sono costantemente
sulla via del ritorno a casa.
*
Agosto
Agosto mi ricorda l’acqua
rovesciata sull’asfalto,
debole tentativo di scacciare il caldo.
Gli acini d’uva che virano al viola
mi ricordano un sospiro
e due occhi pensanti,
neri come specchi di notte.
Non mi sono mai mossa da allora,
da quando le tue mani
si asciugavano sul grembiule
che odorava d’acquaio,
da quando i tacchi delle tue ciabatte
cadenzavano il mio modo di vedere le cose.
Intere ore
questa è per me l’estate.
*
Malattia (da Dialoghi con il bambino)
L’occhio si gonfiò subito dopo cena.
Boccheggiava chiedendo aiuto.
Fu come se la palpebra volesse
chiudersi per sempre,
Mi soffocano, sembrava dire, sto stretto
qua dietro; la palpebra muta.
Voglio vedere, gridava l’occhio, in un soffio.
Il bambino sorrise allo specchio.
“Sembri un’eschimese”.
“E’ vero, ho persino la frangia nera”.
Le lacrime si tennero in disparte,
anche se il bambino le avrebbe assaggiate
volentieri.
“Non posso fare nulla con quest’occhio”
“Non è vero”, disse il bambino.
“Puoi sempre saltare su una gamba sola!”.