L’odore di brace del mio giardino,
di questa luce infernale l’avvento
senza corpi ci inchiodiamo nel vento.
*
Cosa rimane della luce
che muta il sorriso in pianto?
È un frammento di eternità
non ritrovata
e le cornici sono vuote
apriremo il silenzio.
*
Questa volta la falesia mi ha respinta.
Il castello di Otranto senza trame gotiche
è una fotografia. Ero piccola e appariva
una torre esoterica, poi sono cresciuta
ho visto la città sbaragliata dalle turbe,
solo a settembre ricomincia a brillare.
Quando siamo qui attraversiamo memorie.
Mio padre esce alle sei del mattino
e cammina a lungo nella pineta,
è un bosco, la luce incide con l’acutezza
di uno spillo. Ho consumato uomini e
misteri dietro i tronchi di questi pini.
Mi è rimasto il ricordo delle mani
e dei morsi. Ho consegnato al mare
le cose non dette. L’acqua conosce
tutte le cose. Solo il mare ha memoria.
Penso che arriverò alla torre e
m’inginocchierò per sorgere con l’alba.
*

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