Alexandra Bastari – Poesie

TRATTO PQ


Dopo la discesa – la deflessione
un sospiro diastolico:
ricomincio azzerata, alla base
della tachicardia.


All’apice aguzzo dell’onda
guardami genuflettere
il potenziale – spaccare una vetrata
che vibra al decollo.

*

VEDO CON LE DITA


Se stasera vanifico la luce
spegnendo l’ultima stella
appiccicando per sempre la mia sorte
al buio
continuo – e so del mio sbaglio.


Mamma, ho elettricità sulle unghie
primitiva
vedo con le dita come un cieco.

*

VANNO BENE ANCHE QUEI DISCORSI


Vanno bene anche quei discorsi
all’autolavaggio: “non restare dentro,
ché non si sa mai”


Il tuo dire, il tuo fare
fu sempre lo strofinio atono
dei rulli: uno sforzo d’auscultazione sordo
oltre la vetrata

*

SAREI STATA PER TE LA CASA


Anche nelle tue notti
di ribalderia
sarei stata per te
la casa di Filemone e Bauci


ma ospitare gli erratici
è come chiudere una pantera
dentro una gabbia


e io, come te
– per te
cerco un soffio di vento
che si insinui tra le grate.

*

GUSCIO


Forse quello che ricarica
l’eco improbabile del guscio
è questo urlare con le mani a coppa
l’esistenza
come gli animali che non sanno
il proprio nome.

1 Comment

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