a cura di Lorenzo Fava
Vita in tria tempora dividitur:
l’egemonia del ricordo ricorda a me
che bocche mute non mossero suono;
l’ora anarchico esplode e trama;
saremo potenza, domani, saremo
conflagrazione, forse: la morte
del tiranno;
A che pro scagliare metallo scolpito contro un lenzuolo canuto?
Scripta manent
e così io permango a sostenere
il dovere di vivere di provare
piacere.
…
..
.
Per non esistere nell’avambraccio
squarciato dalle sinapsi che mai mano sfiorò.
*
Grafemi fiumi e uadi,
grafemi.
Fonemi vento, e vento,
fonemi
Non
se sapesse che edera s’avvoltola
attorno al gioire patire morire:
vecchia cassetta,
basta riavvolgere
Non
se sapesse che edera s’avvoltola
attorno al gioire patire morire:
non sa
Non
se sapesse che edera s’avvoltola
attorno al gioire patire morire:
se sapesse
Non
se sapesse che edera s’avvoltola
attorno al gioire patire morire:
intuire
Non
sa.
Pochi rammentavano il quieto crudele fluire,
un* la fonte della foce e la foce della fonte;
quest’ordine sia imperante.
È la lucidità del singolo
a profetizzare le doglie,
ora sa ciò che sta per dire,
ora sa che cosa fare.
La città soffre
di ecolalia,
balbetta sillabe e sillaba
bal (lare coi Lari)
bu (sillis est)
zie (non è perso il filo (
di Arianna) già fu tessuto (
non ora)).
Pancronismo per panerotismo Panico – non
sapere dove andare, sapere dove
giungere –
tale è un*
fine…
Due pilastri, una trabeazione:
dicitura: Schönburg Tunnel.
Il bosco ammicca dai margini.
Io mi guardo, fisso o fiso non importa,
il broncio del sole giunge fin qui (Giosuè
aveva ragione).
*
Il rito del vuotare le pozze
da braccia mozze a forma di rami,
da mille fogliami forestieri e non,
da massi che solo ieri erano ciottoli,
questo rito
volge le mie iridi a circuito chiuso
verso gli abissi del sangue
e i baratri dei ventricoli.
Loro non vogliono accorgersi
ch’io sono Sisifo.
*
Se la folla brandisce nequizia
io m’aggrappo alla tua pelle
in un’idolatria ossessiva,
soffondo i tuoi tendini in abbracci
sino a plasmarti in una dimora
per entrambi.