Carlo Tosetti | La teoria del transatlantico

da La teoria del transatlantico (Cofine, 2022)


da Libro I – Il transatlantico Albizia

I


Centoquarantamila di cavalli
stantuffano inauditi ai trenta nodi,
solcando sugli abissi e fondivalle.
Al faro di Ambrose! E dietro le spalle1
al Nastro puntando Zena scompare,2
poi Gibilterra – fu nel trentatré.

1 Ambrose: Faro demolito nel 2008, era situato alla convergenza di
diverse rotte in arrivo nella Lower New York Bay, passaggio obbligato
per navi in uscita e in entrata ai porti di New York.
2 Nastro: il Nastro Azzurro (Blue Riband) era il riconoscimento non
ufficiale che veniva attribuito alla nave passeggeri che deteneva il
record di velocità media di attraversamento dell’Atlantico, in regolare
servizio e senza scali di rifornimento.
Zena: Genova

II


A bordo il lusso d’ogni foggia: sala
da ballo, l’orchestra, piscina, campo
da tennis, cibo molto raffinato.
Vi è un gruppo di emigranti confinato
sottocoperta o fuori in spazi stretti
a poppa. Il puzzo lascia sulla rotta.

III


Allettiamo gli agiati, ma vendiamo
biglietti popolari – anticipati
dal padrone, detratti dalla paga –
e la minaccia parte da chi vaga
nell’aria coi prodigi d’aviazione,
ma il Vate solo a piedi prese Fiume.

da Libro VII – La teoria del transatlantico

VI


Varcata abbiamo l’era delle vele:
ora spinge il colosso la turbina
e questa mangia stive di carbone,
la voce salariata – ribellione –
perennemente ancora come allora,
soverchia di tempesta il gran fragore.

VII


Abbiamo sovrumano un vero Dio
da noi creato, rivale di astrazioni:
è Grande Nave, unico suo fine
apparente è l’unire due banchine,
invero il suo disegno è defecare
più risorse di quante ne divori.

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