Daria Catulini | Anime di pezzenti

a cura di Giovanna Frene
poemetto inedito di Daria Catulini, studiosa al suo esordio in poesia


SPOSTAMENTI #87
Rubrica di poesie, parole sulle poesie e parole sulle parole



Anime di pezzenti

Delle donne con lunghi vestiti neri e scarpe consumate calpestano i sanpietrini dei vicoli napoletani per compiere la loro trasgressione settimanale. 
Ad aspettarle, nei sotterranei della Chiesa di Santa Maria delle anime del Purgatorio, ci sono i loro teschi, le testoline che accarezzano languidamente da quando hanno fatto il sogno.
Nell'aria ferma della cavità sotterranea raccolgono sul proprio grembo le spoglie del loro morto adottivo, interrompendo per qualche ora la catena della vita. 
Chiusa la porta della Chiesa e respinta la luce del giorno, compiono la loro masturbazione mortifera, chiedendo un'intercessione ai resti senza nome né tomba. 
Si raccolgono i capelli, indossano i collant migliori, si incamminano con l'ardore di un innamorato. 
Andare a dire ai morti l'indicibile della vita. 
Da un mucchio di ossa insepolte una donna ha scelto il suo teschio come si sceglie un gioiello da una vetrina. 
Lo ha portato vicino al suo alito, per scaldarlo dall'umidità secolare dell'ipogeo e lo ha battezzato come "suo". 
"Anima pezzentella" la chiamano, anima a cui petere (lat.), chiedere per ottenere. 
Cosa chiedessero cosa chiedono, nel silenzio delle loro preghiere, può essere solo immaginato.
Non esistono tecnologie che inchiodino i loro aliti. 
La dimensione è quella del -1, del sotterraneo, della talpa, dell'umano che scende qualche gradino, per lasciarsi alle spalle l'evidenza catastrofica del giorno. 
In questo momento di privacy assoluta le donne scendono a sondare il loro momento di décadence
Adottare il teschio di un morto e mettere una pietra sulle parole. 
Non si muovono bocche, non si pronunciano linguaggi. 
L'umano si abbandona al gesto meccanico della lucidatura. 
Il cranio del morto viene pulito. 
(con l'alcol si ottengono risultati migliori). 
Lucidare il cranio - movimento silenzioso senza attrito - vuol dire attivare l'ingranaggio della purificazione, ripulire l'anima pezzentella dal peccato, consentirle di abbreviare il suo soggiorno in Purgatorio. 
La frizione tra la mano dei vivi e la corazza cranica genera riverberi sonori, vibrazioni solleticanti. 
Così le immagini riscaldano l'ipogeo fatto di ombre e sabbia. 
L'anima pezzentella è ingorda, avida di attenzioni. 
Ora che è stata allontanata dal mucchio di altri teschi peccatori, ora che è stata interpellata dagli emissari del regno umano, invoca il refrisco, l'alleviamento della pena. 
"Refrisco e sullievo a chest'anem' appestate". 
Il refrisco è la liberazione refrigerante dalle fiamme del Purgatorio. 
Un rinfresco di sostanze immateriali. Un pasto nudo. 
In una tela custodita al piano terra della Chiesa 
la Madonna delle anime purganti elargisce il refrisco 
irrorando con il latte del suo seno i peccatori, arsi dalle fiamme.
No, non non può essere. 
La Chiesa di Santa Maria è una Chiesa riformata che non gradisce seni nudi. 
Ci starebbero bene quei seni, al piano terra, ma sono da un'altra parte. 
Li ha dipinti Arcuccio Angiolillo, a metà del Quattrocento. 
È stato lui ad incastrare una madonnina atletica 
con le spalle da nuotatrice 
nell'oro
del trittico Madonna con bambino e Santi
La madonna strizza il suo capezzolo sinistro 
per abbeverare miniature di peccatori.

Dopo le madonne dorate sono arrivate donne d'ombra. 
Nel film Viaggio in Italia Ingrid Bergman era scurissima. 
Catabasi in collant, décandence
"Guarigione significa purtroppo anche ricaduta, declino, periodicità di ogni genere di
décadence" (Nietzsche). 
Non capisco-risponde Bergman alla donna che cerca di spiegarle il significato del rito delle anime pezzentelle.
"Per quale motivo?"
"Per pietà credo".
"It sounds very dismal" conclude Bergman
con un viso contrariato, distante.

C'è chi lo ricompone il teschio, prima di adottarlo.
Le anime pezzentelle sono anime domiciliate nell'incertezza del Purgatorio.
Ma i riti di Napoli schizzano via dalla realtà dogmatica della Controriforma, prendono strade che imbarazzano la Chiesa stessa. 
I riti si gonfiano, vestono i panni di un'esuberanza grottesca, partoriscono altarini, sfociano in una dedizione incondizionata. Dedizione odiata. 
Conservati nelle teche, ci sono i teschi abbigliati. 
Sono i morti che, salvati dal rito, hanno acquisito la fama. 
Come tra i vivi, anche tra i morti c'è chi ce l'ha fatta e chi no. 
Lucia è una morta elevatasi al rango di vip. 
Il suo teschio è vestito di una coroncina bianca e di un velo nuziale. 
Le cavità orbitarie fanno capolino da un lembo di tulle rosa
che vorrebbe addomesticare la sconvenienza delle ossa.
Lucia muore giovanissima, a pochi giorni dalle nozze. 
Così, nei secoli, è diventata la protettrice delle donne che cercano marito. 
L'altra versione dei fatti narra che a morire in una fabbrica di fuochi d'artificio
fu il promesso sposo e che la donna, distrutta dal dolore, si gettò in un pozzo 
stringendo tra le mani il velo da sposa
stringendo tra le mani il velo di tulle rosa.

Qualcuno racconta che anche in questi giorni, 
atteso il termine delle visite, 
c'è chi scende sotto terra per parlare al proprio teschio. 
Alla radio qualcuno dice
che viviamo di una luce
visibile
ma estinta.

Risposta

  1. Avatar Federico

    Bello e decisamente particolare. Diverse cose mi hanno colpito: i vivi che, dal punto di vista dei morti, sono qualcosa di sacro poiché inaccessibile, il fatto che tra di loro (i morti) ci sia chi ce l’ha fatta e chi no, la descfizione iniziale delle donne che camminano sui Sanpietrini delle strade di Napoli. Queste non sono le sole cose che mi sono piaciute, sarebbero troppe per elencarle. Quindi posso definire il tutto semplicemente dicendo: bello.

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