Gualberto Alvino | Poesie

a cura di Nicola Barbato
da R[h]ethorica novissima (Il ramo e la foglia Edizioni, 2021) e Sala da musica. Trenta lezioni di poesia amorosa (Il Convivio, 2022)


da R[h]ethorica novissima (Il ramo e la foglia Edizioni, 2021)

Canzone per andare in maschera

sciolgo la maggior parte delle abbreviazioni
fuorché le più comuni sempreché non intervengano
impedimenti si distingue u da v
alle abbreviazioni così mantenute riconduco
per uniformità varianti di minimo vaglio
è stata segnata l’apocope nelle seguenti occorrenze
lascio inalterate le formule dell’inscriptio
e quelle finali di saluto solo
se le abbreviazioni non dànno adito a dubbî
modernizzo accenti apostrofi cifre
conservo le forme in tio tia la congiunzione et
l’h etimologica e paraetimologica i plurali
in i geminata rendo con ae oe la e cedigliata conservo
l’iniziale maiuscola nei nomi
e dei mesi e dei giorni
degli organi delle cariche pubbliche
degli ordini religiosi dei titoli
nobiliari e di chiesa ma rendo
sia chiaro sempre minuscoli d’altro canto
quando di fronte a cruces non so suggerire
integrazioni o interpretazioni ìndico con 3
puntini e un interrogativo tra quadre
i passi fisicamente perduti e quelli per me
impossibile determinare quando fosse perpetrata
la spiacevole mutilazione chiudo tra quadre
le congetture e aggiungo
un domandativo fra tonde quando l’ipotesi
non persuade 3 puntini tra quadre indicano
dove certi supplementi marginali furono mozzati
si badi che in corpo minore segnalo
l’esistenza in carattere grasso
sopra i rancori particolari
sia pur cadendo in inesattezze parecchie
dal posto in cui vengono a trovarsi
detti segni di richiamo
aggiunti a margine o in sopralinea
non sprovvista neppure essa di rabeschi
quantunque più scarsi e semisvaniti
per causa della complicata mischianza
SCIAGURATAMENTE
NON FUMMO
ABBASTANZA
VELOCI

Italiano martini-pop

mettemmo le nostre maglie a una cascata d’accqua
che cera una temperatura dai 20 ai 25 sottozzero
i pidocchi pareva che erano morti quando
stendemo le maglie alsole accominciarono
a caminare che parevano tutti bersallieri
e stammo lì fino in maggio
in maggio accominciò lazione del montesanto
montecucco e montevodice che il vodice mi ricordo
che ho letto dentro il radio corriere che mi sono tenuto
da parte questo trafiletto poi non miricordo
piu dove lo messo che fu concuistato dai fanti
colla fanfara chela diriggeva toscanini io ero
un bersagliere ma cera i fanti che andavano su
e toscanini diriggeva la fanfara
arrivammo in una stazzione credo che era
udine di notte buio e fu che si fermò
il treno-ospedale e noi bersallieri
tutti li che si guardava se sivedeva qualche duno
dove andate voialtri? fa un soldato
col braccio destro alcollo infasciato
studiavo dafare il feroviere
lassu ci dicono macchina
qua in vece ci dicono car
ci fosse lei ci rimanerebbe qui?
i germanesi non l’ho sentiti a parlare cosi
parlavano tutto il suo dialetto
visto anche liniziativa contro i stranieri
se un giorno dovrebbero amazarli
chi sa

Il distillatore su ruote

sono dici sempre a un filo dal capire
work in progress ma di scrivere
il libro della vita non se ne parla benché
non me ne lagni d’altronde potesse questo essere il mio
stato perpetuo non vedi la macchia sulla schiena
i calzoni slacciati mi perdo le stringhe
visto l’amore che ti porto scusa
se non rispondo sùbito è che l’archivio
il dottorato gli esami il futurismo il cuoco
giapponese lo spazio per i
libri su libri più ne sballo più non riesco davvero
premorirti sarebbe il peggior
un taglio di luce lilla mangia l’intelaiatura
vedi come ciba lo spirito ho nella casa nuova
mille anfratti nicchie sembran fatti
apposta tu che sei bravo col legno potresti per caso
il giardino è pieno di prese prolunghe
piani d’appoggio non bastano mai puoi lavarti
alla fonte l’ho fatta con le mie mani vino
sfuso insaccati di Puglia l’orinatoio
è a un passo acqua di pozzo un bosco di platani
ride pensa due volte al giorno c’è anche un cinghiale
di pochi mesi con gli occhi da filosofo
asciugatoi a iosa io mi siedo e ti guardo
avrai certo notato la cornice sfondata
dalla prospettiva il supporto poverello i lucini
un segno fuoresce dal margine destro
quasi stesse lì a origliare che so a spiarci
la vinaccia s’ossida arriva il moschino poi diventa
acida la grappa di vinaccia acida
è schifosa bisogna buttarla il distillatore
dev’essere tempestivo informarsi del giorno
esatto della vendemmia precipitarsi
col trabiccolo dopo averne oliate le ruote
dal fittavolo che l’ospita per una notte è scritto
gli dà tizzi fuoco alambicchi pizzuti
entra mangia non te ne curare senti questo
bevi e quest’altro che dici?
via il guanto scàldati la mano è mia figlia
ne ho tre e non so quante mogli la piccola
piange polacco hanno un modo tutto loro di
Cutufina sulle tracce del padre àtafo mai visto
l’explicit in Desdemona
dovrei riverniciare le pareti ma di cambiare
casa un’altra volta non se ne parla ne ho incignate
a decine papà diceva sì che del porco
tutto serve ma il letame è inutile
perfino come concime qualcosa vorrà certo
dire staminali eutanasia
il monito del papa a ore 12
che la sincerità sia elemento imprescindibile
è da vedersi senz’altro presso le Vetrerie
un passaggio con l’ombrello
vado a mangiare niente di che un’ala due foglie
d’insalata la mensa costa poco sciarra significa lite
scrivimi ti prego una prefazione
anche di poche righe

da Sala da musica. Trenta lezioni di poesia amorosa (Il Convivio, 2022)

Per lo più di breve durata

uno di questi giorni dovrà pur cessare amore
la fame sottile che ci serra
fino al verso fuoritempo del gallo
e allora di buon’ansia prepàrati
tra virgolato alto ai lenti accerchiamenti
negli angoli di casa della mente
del tempio dolce al riparo
all’attacco degli sgomenti e plenaria dissipazione
ché sapranno le sinapsi non temere
tenére spegnendosi per poco
il gioco dell’accostamento alla lepre

4 maggio

prenditi l’oro
espropriami la casa
confiscami il terreno
coltivalo a orzo e saliva
abbranca gaia i ricordi
di questa breve stagione senza vento
fanne pietre miliari per figli e nipoti
tramutali in talenti da dissipare
nei meriggi di quiete quando
amatrice del ben parlare
mostri foto nel taglio di luce
a un millimetro dai miei denti
lodi il mio passo
e implori la mano
anche per un corto tratto
in penombra

Ode alla sfera

che tondo che mondo
inscritto cerchio nell’aria
spazio infinito di odori concentrici
tremolante circolo cui fare approdo
anche in bonaccia
fiera mandòla dal sapore di madre
alta calamitante sfera
a nutrire mai sazî
bocca e spirito

Rispondi

Scopri di più da Inverso - Giornale di poesia

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading