Martin Rueff | Icaro grida in un cielo di Creta

a cura di Giovanna Frene
Pubblichiamo alcuni estratti dal poema Icaro grida in un cielo di Creta seguito da Un Icaro ucraino (Pordenonelegge Collana Gialla Oro – Samuele Editore 2023).


Spostamenti #124
Rubrica di poesie, parole sulle poesie e parole sulle parole


ICARO X
NUOTO NUDO
RICORDI DI RAZZIE ACQUATICHE

“e quale vero nuotatore non è stato inizialmente un giovane nuotatore?”
Gaston Bachelard
Nightswimming deserves a quiet night

nuoto nudo
nudo
nuoto nudo
nuoto
nudo

lontano dallo scafandro grasso
dai passi di seta
cinto dalla zavorra di ferro
omino Michelin delle profondità
cosmonauta impacciato pesante
passi lenti
goffamente, lentamente piazzati
fasciato d’intestini pneumatici
con il tubo principale
come coda verso la superficie
o appendice d’Onfale
taglio e buco e collegamento
e calice e cratere con cannuccia
fino alla superficie
il pistillo dallo stile abboccato
sublime
no

lontano dallo scafandro grassottello
dalla testa a pallone
gentiluomo
dinoccolato
dall’oblò ridicolo
esagitato
protetto dalla lama del narvalo
e rinchiuso dall’esterno
con dei guanti da mostro
e andatura d’ippopotamo
e rallentato e intorpidito

lontano dallo scafandro grassottello
"dalle calzature di seta"
bagnarsi nudo
nudo
nuoto nudo nel nudo
lungo i "sottotetti pescosi"
senza pinne né boccaglio
senza piombo nell’ala
Icaro
nudo
a conversare in guisa di pesce
in grande festa rapace
per le fontane magiche
nudo senza nemmeno gli occhialini
e i tuoi polmoni per mini-bombole
sapendo di non combattere la pesantezza con il peso
e il carico con il sovraccarico
ma in distensione sciolto

a filo d’acqua
senza neoprene
godendo dell’oceano
in seno a delle mucose nere
e coccole e freschezze e segreti
profondi effetti di superficie
masse di carezze
voluttà slegate
abbracci ovunque
baci come d’una sola bocca
amara e fresca
dolci petti sfregati
spalla chiara contro spalla scura
vasta mescolanza di cuscini fluidi
impregnati impregnanti
abbracci senza numero
sillaba su sillaba

[…]

ICARO XII
NUOTO SCORSOIO
SULLO SPROFONDARE

sprofonda figlio profondo
Dedalo

portato via dalle correnti verso il filo spinato delle lettere scure
caduto nei roveti delle consonanti indurite
alla fine della corsa
Icaro sprofonda sulla sua corona di spine
di Wcoralline
crudele trespolo di X
doppie punte delle K e delle V
quando la H degli abissi lo trafigge
come il grande erpice che rastrella la sabbia
inscrive la sentenza dell’imprudente
proprio sulla sua pelle raggrinzita dall’acqua –

NOLI ALTIUM SAPERE SED TIME

intoppi derivanti per un
San Sebastiano che galleggia male
conficcato nel suo percorso tracciato
da esche all’inverso
che ogni respiro affonda un po’ di più:
le gutturali sottomarine t’offrono un sogno addolcito
Icaro,
come il dorso dei muschi
ma i dentali ti uccidono, ragazzino
l’anima sorella di una L ti schianta al suolo
mentre dalla coda d’un occhio umido
la gola presa dalla saracinesca di una t minuscola...
contempli piangendo l’arpa molle di un ciuffo marino...

[…]


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