Gregorio Tenti | Corpi sommi

a cura di Giovanna Frene

Questi versi sono tratti da Corpi sommi (Transeuropa, 2020)

da quando ho evitato l’incontro naturale
sono arrivati i polmoni silenziosi
ogni diversione ha un vago corteo
di creature in inspiegata visita


il difficile esercizio insiste
su nevi private e cosa di nuovo
agli organi esposti
e visitabili, ai visitabili occhi


i volti noti stanno agli inversi vuoti

*

che come vedi non disfa gli apparati, la creatura
primordiale enorme e gentilissima
permea un altro scalo: sia detto
della metafisica serrata, come una piccola nottua
nelle armi da fuoco attentamente calare
la nave attorno, nottua minuscola insidiosa


quando nel tendere si mostra il dorso alleato
e mira a stabilire i rovesciamenti
e i benvenuti senza luogo


qualsiasi particolare per finire è
questo antico sequestro
tu puoi tornare e devi al nascondimento
nell’occasione di un volto immobile

Altre istruzioni


posso essere lasciato al luogo come vetro
e posso vedere il mio ritrovamento
mentre il resto fatica a tornare
a tanta percezione, posso


percorrere ogni grammo condiviso
e degradarlo in ferro, stella di ferro degradata

La morte di Deleuze


«Gilles Deleuze, filosofo, si è tolto la vita
buttandosi dalla finestra». la carne si taglia
non in molti modi. verrà il tempo per pensare


le carcasse di eterno in altra lingua
appena raggiunta la sua velocità
infinita e angolo di caduta
una qualunque e quindi la più esatta
Spinoza polmoni cedui, gemma avventizia

*

un’intuizione avrebbe potuto volgere
la vicenda a nostro favore


esigi che l’acqua scorra presto
fatti mostrare la stanza che nascondono
e non nasconderla a tua volta

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