a cura di Ilaria Palomba
Grigia luna
Non rimane nulla,
anche l’aria mi inorridisce.
Mai avete posato lo sguardo
alla luna lontana;
E pregato che qualcuno,
lassù, guardando la terra,
stesse sognando un inferno
diverso dal suo?
Ho finito la disperazione,
mi rimane il lutto della mia speranza
e una vita,
che, come le chiavi di casa,
scorderò sempre a lavoro.
2217
L’odio della civiltà,
fuori la finestra, mi desola.
Sul letto di spine mi corico:
mi è nemico, il sonno.
Il sapore della morte gradita non mi abbandona.
La fantasia antica del mondo,
dona egoista elogio,
del tempo, nel passare.
E come egli passa, passano i miei giorni,
non esiste che si riesca a contarli,
solo si può dire che sono passati.