Marco Giovenale | Delle osservazioni 

a cura di Giovanna Frene
da Delle osservazioni (Blonk, 2021)
fotografia di Angelo Zanecchia


il luogo della scatola celeste
del cranio che presiede all’equilibrio
si chiama labirinto

che intorno si organizzano
le cose come stanno

*

sognando sogna gli stessi
movimenti degli occhi sotto i gusci –
le membrane e: morbido – e: spostamenti
veloci, della fase, nella camera
opaca che non è
sua e va lasciata
alle prime donne note che nemmeno
loro hanno casa – piuttosto già una loro
logoalgia,
un dolore al centro

*

L’errore è nello sguardo
– Adam nell’eden
tutta quella roba a portata
ci voleva un bidone aspiratutto
tutto sommato adesso si sta bene
alla fine, la roulotte
bianca. Il cucciolo tira la gonna a Else.
Lo fissa. Noia dell’ittero.
In un tratto riga il segno:
un pesce sulla lamiera.
Finestrella. Piove a velo sui due tre
ronchi. Le piastre di basalto al largo.

*

Dall’altra parte del fotogramma
il tempo continua in linea retta.

L’acquata – a sciame contro alluminio
giù dal doppio tetto capovolto è dentro
il fosso che la spezza e la preserva.

La durata dell’enigma è gli anni
necessari a rinunciare – con ragione.

Il ratto è nero. Corre in cerchio, accanto.
È la natura della versione. Il paesaggio

fa storia stesura, all’indietro,
all’inverso, pagina-vetro.

È una: varietà della scrittura.
Di questa. Rasura.

*

Le feritoie (duomo, Alba) loro
segnano: mattina.
Agli stalli (al coro) sono
gli intarsi arancio
e di piazze vuote e di fontane; rive e
frutta
sono altre
meridiane – mute. Donne
dominate dai
grani che falciano
loro

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