Stefano Tarquini | I giorni furiosi

proposta della redazione
da I giorni furiosi (Transeuropa, 2021)


Underscore

La parola affamata è un alfiere. A Elle. Fiera, medusa in un
valzer/ controtempo.
Quattro Terzi Spalmati/scordati e lanciati giù da una ringhiera.

Una maschera cangiante che disorienta. Una preghiera.
Rabbiosa, circonda/me.
Bavosa. Non sei di certo la mia sposa né il buono sconto
per una cattiva spesa.
Ma oggi sono in ripresa, e questa è la mia mossa.
Non una fotografia sfocata né un bar dello sport e della
pioggia.

Illumina la via sterile e feconda, i buoni auspici e la feccia.
Piega il perimetro della scacchiera, clicca sulla @ della testiera.
Non sarò la tua prima pedina né il tuo ultimo re.

Provi ancora a braccarmi iena?
Strizza il tuo asciugamano e il tuo sudore, gettalo a tappeto.
Oggi hai perso tra sedici corde e un underscore.

Un grido strozzato a bordo ring,
al netto di una vendetta.

Arrivederci

Hai scambiato il tuo grasso per le ossa di un’altra,
perdendo le mani migliori con un giro di hula hoop.

Questo è il tuo momento!
Il tuo istante libero!

Disegna sulla tua fronte schiacciata
uno splendido arrivederci.

Deglutire

Sono forse io, avvolto dentro parole di sonno
e segrete/ che ti fanno accelerare, sbandare
alle cornici del mondo, catene spezzate
sarete/ uno tsunami che inghiotte pendici e porci/
surfista del pensiero se il mare è calmo
goffi graffi, ma non sapete starci/ altrove
dove a mordermi meduse che non bruciano se piove/
dove tutto finalmente ha senso/ e muore.

Funamboli

E ritrovasse a fà finta d’esse vivi
funamboli d’un circo che pia foco
mentre er core nostro silenzioso
è già n’ber pezzo che non batte più.

La rivincita dei vivi

Quando il giorno nasce appena
e ingoi come un brivido la notte,
un soffio di vento ti spalanca il petto,
un istante ti colora.

Ha lo stesso sapore della sconfitta
la rivincita dei vivi.

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