Flavia Cantile | Poesie

proposta della redazione


Coltivo rose

Coltivo rose rase che fioriscono
sottovoce.
Rinuncio alla parola nuova:
La imparerò domani, quando sarò
pronta a ballare su cerchi di vita,
per poi seguire affaticata il profilo di una luna esausta,
stanca di dover dimostrare di essere donna.
Dimenticherò di nuovo, a sera, di parlare a Dio
e all’altra metà di me, che è attesa nelle mie stanze
vuote e muore, precaria, come goccia su una foglia.
Cercherò al buio indizi negli occhi del mare, che un tempo
leggevo e di cui mi riempivo prima di partire per
l’inverno senza fine.

Resistenza

Come crisalide sporca di sopravvivenza
corro veloce per lasciare indietro la mia ombra.
Guarisco l’egoismo del contatto faticoso con
atti di gentilezza.
Ogni idea di resistenza oggi non appartiene alla mia parola.
Ho perso la partita con lo spirito e sono libera nella mia
uscita di scena, dopo una recita sublime.

Impara

Quando sbocci da una croce senza
conoscere spine,
quando sei scettico agli incroci
nel mezzo della vita e procedi
indovinando fragranze e fantasmi,
quando parli con voce sommersa e
fragile, sentendo il riverbero della mancanza,
sii te stesso e non un cuore sconosciuto e
impara a sorridere alle mani che ti verranno
tese a perdonare.
A perdonarsi.

Conosco

Conosco la nostalgia dei campi
vestiti di fiori,
il respiro della preghiera della sera,
la precarietà del nido sul ramo più alto,
il sapore amaro della notte,
lo sguardo rassegnato d’addio
di chi cammina all’indietro,
il richiamo del neonato che non sa
perché piange,
l’odore del posto che chiamo casa.
Ma ho perdonato la morte
ora che ho imparato a non possedere
più niente.

Libera

Scavai nelle ossa fino al midollo
per trovare un’anima incastrata,
stetti ad ascoltare il racconto,
come sentire un ricamo.
Testimone del suo sacrificio,
la liberai alla vita.

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