proposta della redazione
Le cose
Qui che guardo le cose come sono:
un bicchiere decorato, il divano che hai vissuto,
la maglia che hai indossato, il cassetto aperto
quante volte, poi chiuso. Non lo sanno le cose
di significare, oppure mi sbaglio e sanno, loro,
d’essere nella storia, la memoria seppellita
che ci resiste, che pur volendo non ci abbandona.
Immersione
Nel tubo del boccaglio il respiro è un ricordo
primordiale amplificato. Penso che sia lo stesso
per l’uomo solo nello spazio o nel vuoto intorno
alla bocca sotto un respiratore.
È il primo pensiero quando nuoto.
Il richiamo a scendere fin dove gli organi
reggono la pressione è irreprimibile. Poco fuori,
più in alto, un parcheggio cementato, il brusìo
di discorsi che non portano a niente, niente
oltre la spesa, la ditta del trasloco, le mail di lavoro;
la macchina dell’incertezza muove i suoi denti
senza intoppi. Il montaggio del comune muro
quotidiano non prevede immersioni. Ormai
ci sei dentro. Dal profondo intanto tutto s’innera,
una pace impossibile e sovrumana chiama
tra voragini strette e verticali. Ti ho visto
esistere felice solo in quest’utero blu, come
se il mondo non ti fosse mai appartenuto,
come se fossi un essere inconsapevole e muto
del fondale, insondabile. Ci penso mentre
m’immergo e decifro fin dove posso. Vorrei
non uscire, vorrei non dover impiegare
inutilmente tutto il tempo per andare a fondo.