a cura di Giovanna Frene
da Il viandante cherubico, scelta, traduzione e cura di Gio Batta Bucciol (Molesini Editore, Venezia, 2023).
SPOSTAMENTI #77
Rubrica di poesie, parole sulle poesie e parole sulle parole
“(…) Quando, a partire del 1633, il dominio degli Asburgo uscì rafforzato dalla lotta [la guerra dei Trent’anni, ndr], in Slesia prese avvio un’intensa azione di recupero cattolico. La poesia slesiana fu percorsa da fremiti e impulsi religiosi di connotazione mistica e la Slesia seppe conquistarsi un’importanza centrale nel Seicento poetico tedesco. (…) Fiorisce, quindi, una
cospicua serie di ragguardevoli poeti slesiani, tra cui annoveriamo Hofmannswaldau, Andreas Gryphius, (…) Martin Opitz, Friedrich von Longai e Angelus Silesius.
Johannes Scheffeln, divenuto celebre con lo pseudonimo di Angelus Silesius (Angelo Silesio, ossia della Slesia), nasce a Breslavia nel 1624. Il padre, nobile e agiato protestante, proviene da Cracovia e ha già 62 anni quando la moglie ventiquattrenne mette al mondo Johannes. Il padre Stanislaus, spinto dal desiderio di vivere e respirare liberamente la propria fede, si era trasferito in Slesia e aveva abbandonato al Polonia che sentiva terreno troppo angusto per le sue intime convinzioni religiose. Il figlio Johannes, educato secondo il credo protestante, frequenta il rinomato ginnasio ‘St. Elisabeth’ di Breslavia, dove rivela ben presto la sua attitudine alla poesia. Nel 1643 si iscrive a Strasburgo alla facoltà di medicina, un anno più tardi lo troviamo all’università olandese di Leida. (…) A Padova, Johannes Scheffler prosegue gli studi e nel 1648 ottiene la laurea in Medicina e Filosofia. Rientrato in Germania, grande importanza acquista per la sua formazione la profonda amicizia che lo lega ad Abraham von Franckenberg, un allievo di Jakob Böhme. Nei loro colloqui si approfondisce la conoscenza della mistica di Böhme, che avvalora il superamento della Scrittura, propone un cammino personale verso la verità e la insegue (…) nello spirito autonomo e nella natura, vera guida e maestra. (…)
L’ortodossia protestante, che i freddi studi filologici stanno atrofizzando, diventa terreno troppo angusto per Johannes Scheffler, al quale capita, rispetto al padre, di vivere un’esperienza di segno analogo eppure contrario: il 12 giugno 1653 annuncia, nella chiesa di San Mattia a Breslavia, la conversione al cattolicesimo riparando così in campo avversario. (…) Più tardi, nel 1661, consolida la conversione con la consacrazione a sacerdote e si impegna energicamente, con vari scritti, a difendere le sue posizioni (…). Ama gli atteggiamenti spettacolari durante le processioni: una fiaccola accesa a destra, un crocifisso sulla sinistra, la corona di spine in testa, il volto estatico. Ma è di natura generosa, impiega l’eredità paterna in opere di beneficenza, soccorrendo orfanotrofi bisognosi. Come medico, non gli mancano riconoscimenti gratificanti. È infatti nominato medico di corte presso Silvio I Nimrod di Württemberg-Oels e poi presso Ferdinando III d’Asburgo, ma non dimentica di essere un religioso, volge quindi le spalle a questi incarichi e si dedica con abnegazione alla cura di poveri e malati.
Indubbiamente la fama di Silesius in ambito letterario non dipende dai suoi scritti polemici, ma da due opere di ben diversa impostazione. La prima porta il titolo Heilige Seelen-Lust Oder Geistliche Hirten-Lieder der in ihrem Jesum verliebten Psyche (Gaudio sacro dell’animo ovvero Poesie bucoliche spirituali di Psiche innamorata del suo Gesù), la seconda intitolata Geist-Reiche Sinn- und Schluß-Reime (Ingegnose Rime epigrammatiche e concettose), che poi porterà il titolo definitivo di Cherubinischer Wandersmann (Il viandante cherubico).
(…) Dopo le scoperte di Colombo, Vasco de Dama, Magellano e Galileo, nuovi impulsi dinamici si registrano nella società, nasce una rinvigorita fiducia nel cambiamento e l’uomo rivede il suo rapporto con la natura e il divino. Nella Vita di Galileo Bertolt Brecht descrive lo stato d’animo del nuovo evo e sottolinea l’affinità tra le scoperte geografiche e le astronomiche (…).
Lo stesso dinamismo pervade la visione di Silesius che coinvolge uomini e stelle trascinandoli in un’irresistibile danza cosmica (…).
Le visioni cosmiche qui riportate fanno parte del Viandante cherubico [la prima edizione apparve nel 1657, l’edizione ampliata e definitiva nel 1675, ndr] , l’opera che, con la sua miriade di epigrammi,, ha contribuito più di ogni altra a creare la fama di Silesius assicurandogli un posto di rilievo nella letteratura tedesca dell’età barocca. (…)”
(dalla Prefazione di Gio Batta Bucciol)
Non si sa quello che si è
Non so quel che sono, non so ciò che sono.
Sono una cosa e non una cosa: un puntino e un cerchio.
Dio non vive senza di me
So che senza di me Dio non può vivere un attimo.
Se divento nulla, egli deve necessariamente morire.
L’irrequietezza proviene da te
Niente si muove, tu stesso sei la ruota,
che si muove per sé stessa, e non ha pace.
Il tempo è l’eternità
Il tempo è come l'eternità e l'eternità è come il tempo,
purché tu stesso non crei una distinzione.
La Rosa
La rosa che il tuo occhio esteriore vede qui,
è fiorita in Dio dall'eternità.
Ci sono migliaia di Soli
Tu dici che nel firmamento c'è un unico Sole,
ma io ti dico che ci sono molte migliaia di Soli.
Il luogo è in te
Non sei tu nel luogo, è il luogo ad essere in te!
Se lo rigetti, ecco che qui c'è già l'eternità.
L’uomo fa il tempo
Sei tu a fare il tempo! L'orologio sono i tuoi sensi:
blocca il bilanciere, e il tempo svanisce.
Bisogna andare oltre ogni conoscenza
A me non basta quel che il cherubino conosce, voglio
volare oltre lui stesso, fin dove non si conosce nulla.
Senza perché
La Rosa è senza perché, fiorisce perché fiorisce.
Non bada a sé. Non chiede se la vedi.
La parete divisoria deve cadere
Via ogni tramezzo: se devo contemplare la mia luce,
non deve ergersi nessun muro davanti al mio sguardo.